mercoledì 4 marzo 2009

L'ultima volta [3ª PARTE]

Si era sbarazzato dei cadaveri... E ci aveva messo più del previsto. Bisognava mettere fine a quella faccenda. E allontanarsi il più possibile. Il motore aumentò di giri.
Prima o poi dovrò parlare con don Luciano, pensava, o forse sarebbe meglio sparire, nel nulla... No no, non servirebbe, mi troverebbero, anche se andassi in capo al mondo. E se non riuscissero a trovare me, non voglio neanche immaginare quello che potrebbero fare a...
Il sangue gli si raggelò nelle vele. Brividi improvvisi lungo la spina dorsale. Tenere la calma, mantenere la calma, è tutto sotto controllo continuava a ripetersi meccanicamente. Ma sapeva che nulla era sotto controllo. La situazione gli era sfuggita di mano. La macchina correva all'impazzata.
Cazzo, era una macchina della polizia... E io ho superato il limite. Di molto. Non ci voleva... Cazzo! Sudava freddo. Ma doveva mantenere la calma... Vide di sfuggita uno sbirro grassoccio che saltellava dentro la macchina, e un altro magrolino che lo guardava sbigottito.

Dopo che l'agente Tore Pinna finì di scrivere il rapporto, si allontanarono dalla scena del crimine. Ora portiamo in centrale questo cazzo di rapporto, e poi tutti a casa che oggi c'è 'a matriciana... pensò Stigazzi, con l'acquolina in bocca. Pinna sterzò bruscamente per immettersi sulla tangenziale. Stigazzi fece un rutto rumoroso. La radio continuava la sua telecronaca.
Calcio di rigore a favore della Roma. Batte Totti. L'arbitro fischia... Ed è GOAL!! Due a zero per la Roma!!!
«Mi scusi, Signor Commissario... quella volvo nera che ci ha appena superato... non stava correndo un po' troppo?» chiese sbigottito Pinna, mentre Stigazzi saltellava in macchina, esultando per il goal del 2 a 0.
«Ma Pinna! Porca puttana... Come te lo devo dire? E stigazzi.....!! Dueazero! Dueazero per 'a maggica!! Ma ti rendi conto Pinna?!»
«Signor Commissario... l'uomo al volante... aveva i capelli... lunghi... e poi c'era la volvo nera... Corrisponde all'identikit dell'assassino... Non pensa che... forse...»
«Cristo santo Pinna! Ma perché cazzo non me le dici subito le cose?! Segui quella merda di macchina, e muovi il culo! Ma ti devo sempre dire tutto io?!»
«Grazie Signor Commissario, mi scusi, ha ragione...»
«Ecco bravo! Meno rottura di cazzo, e più operativo. E ora, silenzio!»
La radio continuò a borbottare la telecronaca. Roma due, Lazio zero. Ottantacinquesimo minuto.

Che cazzo vogliono?! Perché mi stanno seguendo... sbirri di merda... mugugnò a bassa voce, mentre si rendeva conto che la situazione stava davvero prendendo una brutta piega. Accelerare? Cercare di distanziarli? Con quella vecchia volvo sarebbe stato davvero difficile... E poi stava finendo la benzina. Se mi va bene, mi becco una multa per eccesso di velocità, se mi va male...
Si guardò addosso: le macchie di sangue... Cristo! Se ne era quasi dimenticato. E adesso? Diede uno sguardo allo specchietto retrovisore. La macchina degli sbirri gli si era attaccata al culo. E gli faceva i fari.
Ciao ciao... pensò.

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