lunedì 2 marzo 2009

L'ultima volta [2ª PARTE]

Erano le 19:55. Alla centrale di polizia il telefono squillava all'impazzata. Doveva essere successo un bel casino, giù al quartiere popolare. La gente era stranamente preoccupata. «Strano, di solito se ne fregano di queste cose» pensò ad alta voce il Commissario Stigazzi. Stavolta doveva essere qualcosa di grosso... Serviva la sua presenza.
Stigazzi fece una smorfia «Proprio oggi che c'è il derby... romalàzio!! 'A magggica... 'A magggica...! Dannazione!!» imprecava senza ritegno, da buon romanista sfegatato che era.
«Pinna!! Pinnaaaaaaa!!! Dove cazzo sei finito!? Ma cristo santo, ogni volta che servi sei nel cesso a cagare!?»
«No Signor Commissario, ero in archivio, stavo riordinando i casi come mi ha detto lei...»
«E stigazzi! Adesso muovi il culo che dobbiamo andare nella scena del crimine, che due cojoni...»
«Cos'è successo Signor Commissario?» chiese preoccupato l'agente Tore Pinna.
«Fatti un po' più i cazzi tuoi, e cerca di scassarmi meno i coglioni», rispose Stigazzi risoluto.

Mezz'ora dopo erano nel quartiere popolare. La radio era sintonizzata sul canale sportivo. «Ma proprio oggi doveva succedere...» borbottava Stigazzi.
Attesero un bel po' in macchina prima di scendere. Fine primo tempo.
«Facciamo una cosa veloce, abbiamo un quarto d'ora. Veloce Pinna! Hai capito!?» si rassicurò il Commissario.
«Ai suoi ordini, Commissario...» bofonchiò Pinna.
Entrarono nella cantina. Era buio. E c'era puzza. Puzza di sangue marcio, pensava Stigazzi. Sembra di essere in una macelleria.
«Pinna! Muovi il culo e cerca quella dannata luce! Facciamo il rapporto, e muoviamoci.»
L'agente Pinna accese la luce, e per poco non svenì. Lo spettacolo era raccapricciante. Sangue ovunque: per terra, sui muri, persino sul soffitto. Ma nessun corpo. Nessuna traccia visibile che potesse far venire in mente una pista da seguire.
«Bene, quindi cadaveri non ce ne sono...» sentenziò Stigazzi. «Allora se la vedranno quelli della Scientifica. Il nostro lavoro è finito. Andiamo Pinna, il rapporto lo scriverai in macchina mentre torniamo.»
Pinna notò che invece qualcosa era presente... in un angolo. Forse una scarpa... si, si! Era una scarpa. Un mocassino per la precisione. E affianco alla scarpa... Un portafoglio! Potevano esserci dei documenti dentro... Se fossero stati fortunati, sarebbero potuti essere i documenti dell'assassino. All'agente Pinna tremavano le mani. Fece un bel respiro, e a bassa voce, quasi sussurrando, disse: «Mi scusi, Signor Commissario... Veramente ci sarebbe un portafoglio e un mocassino, lì nell'angolo in fondo... vede!? Forse dovremmo...»
«Ma Pinna! Porca puttana ladra!! E stigazzi........!! Come te lo devo dire? È già iniziato il secondo tempo, e secondo te dobbiamo rimanere in questa topaia a lucidare mocassini? Io non ho visto niente. E neanche tu. Va bene Pinna? VA BENE?! NIENTE!!»
Pinna arrossì subito, e spaventato rispose: «Va bene Signor Commissario, niente, niente, non abbiamo visto niente.»
Uscirono dalla cantina. Risalirono in macchina. Il Commissario Stigazzi accese subito la radio. «Appena in tempo», sospirò. Era appena iniziato il secondo tempo. Fallo per la Roma. Calcio di punizione. Batte Totti. L'arbitro fischia... Pallonetto... ed è GOAL!! GOAL GOAL GOAL!!!
«Che ce frega der fenomeno c'avemo Totti Goal! E Totti Gooooal! E Totti Gooooooal!!»
Stigazzi si improvvisò in una standing ovation... da solo. Uno a zero per la Roma. «Forza ragazzi, continuate a combattere...!!», bofonchiò a denti stretti. Dagli occhi lucidi, lenta, gli scendeva una lacrima.

1 commento:

  1. Il Commissario Stigazzi e tutti i suoi diritti appartengono alla mente creativa di FrankyD.
    Pertanto, il Commissario Stigazzi è stato solo ceduto in comodato d'uso per la stesura di questo racconto. Grazie.

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