venerdì 20 marzo 2009

L'ultima volta [8ª PARTE]

Il Carogna non aveva una vita sociale, né aveva mai desiderato averla. Era solitario e misantropo, odiava tutto e tutti, e se poteva evitava di uscire di casa per giorni e giorni. Burbero, di poche parole, con addosso la solita tuta blu da meccanico sporca di grasso. La folta barba nera incolta e i capelli lunghi oleosi raccolti in una specie di coda gli conferivano un'aria davvero trasandata.
Era un bravo esecutore di ordini, e per questo piaceva molto a don Luciano, col quale, però, non aveva rapporti diretti. Era il Macellaio a occuparsi di tutto. Gli diceva cosa fare, come farlo, dove farlo. E il Carogna eseguiva, lento ma preciso, senza sbagliare e senza mettersi alcun tipo di problema morale. Era un sempliciotto, non abituato a prendere decisioni, e questo Pinna lo sapeva.

Pinna si era procurato dei vestiti nuovi. Era quasi irriconoscibile, agghindato così: abito scuro, mocassini in pelle, giaccone in kashmir. E un nuovo portamento, elegante, riservato. Sembrava proprio uno di loro. Aveva noleggiato una berlina Mercedes, nera, lucidata a puntino, con i vetri oscurati e gli interni in pelle. Si, sembrava decisamente uno di loro. Però aveva già perso troppo tempo...
Era ormai arrivato all'estrema periferia della città, dove si intravedevano collinette e prati verdi. Lì avrebbe trovato il Carogna. Ma doveva fare molto in fretta, Stigazzi era già sulle sue tracce.

Stigazzi continuava a rimuginare. Cosa aveva intenzione di fare Pinna? Stava davvero cercando di arrivare a don Luciano? Oppure semplicemente erano tutte congetture? Magari era già in aeroporto... pronto a fuggire come un vigliacco. Si, un vigliacco. Un lurido vigliacco fijo de 'na mignotta. E se non fosse stato un vigliacco? Se anziché fuggire, consapevole del fatto che prima o poi l'avrebbero preso, avesse davvero tentato di arrivare a don Luciano? Pinna sapeva troppo. Pinna poteva costargli tutto. Pinna poteva anche prendere il suo posto da commissario, se avesse voluto.
In ogni caso, doveva andare dal Carogna. Aveva bisogno di una mano... Il Carogna l'avrebbe aiutato. Ormai lo considerava quasi un amico. Era troppo stupido per capire quante volte Stigazzi lo avesse raggirato, quante volte lo avesse usato per i suoi traffici privati, senza passare per don Luciano. E anche questa volta gli avrebbe tirato fuori una bella storia. L'avrebbe condita di un po' di "mi devi aiutare", "io con te farei lo stesso", "è anche grazie a me che puoi vivere qui da solo, senza grossi problemi, facendo solo qualche lavoretto ogni tanto"... e poi gli avrebbe detto di contattare il Macellaio, di dirgli che Pinna... che Pinna aveva scoperto qualcosa... e che stava per avviare un'indagine su di loro. Ecco! Così, senza pensarci due volte, l'avrebbero cercato e fatto fuori. Veloce e indolore. Beh, se invece fosse stato lui a trovare per primo Pinna... non sarebbe stato né veloce né indolore... Ma quello era un altro discorso. Il motore calò di giri. Poi aumentò. Poi diminuì. La macchina si spense. Aveva finito la benzina. «A lì mortacci!! Puttana la mignotta!!», imprecò Stigazzi. Abbandonò la Volvo nera sul ciglio della strada e si preparò a fare una lunga passeggiata.

Pinna parcheggiò la Mercedes. Diede uno sguardo all'orologio: erano le dieci e mezza di sera. Un po' tardi per una visita, no? Vabbè, pazienza. Suonò il campanello e attese sull'uscio. Nel giro di dieci minuti sarebbe arrivato anche Stigazzi. Ma questo, chiaramente, Pinna ancora non lo sapeva.

2 commenti:

  1. Amore... "intravvedevano" con una "V"...
    Baci...

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  2. Si può scrivere anche con due v! GNORANTE! Cmq lo cambio dai...

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