mercoledì 25 gennaio 2006

Il Bivio



Comodamente seduto guardi il film della vita di un altro. Forse l'hai già visto, o ne hai visto uno simile. Comunque ti sembra di ricordare anche la fine... Beh, quando è così, è facile dire, è facile giudicare, è facile sentenziare.
Ma quando ti ritrovi dall'altra parte dello schermo, è difficile recitare il tuo personaggio.
Sei avvolto nella nebbia, e non sai come muoverti, non sai dove camminare, non sai come agire. Solo prendi una strada, e la segui, sperando sia quella giusta. Non puoi saperlo a priori, puoi solo sperarlo, e forse intuirlo. Non sai se ti porterà verso un precipizio o ad uno sfarzoso castello dorato.
Sai solo che è la tua strada. Magari neanche per scelta, forse per caso. Ma è tua. E la devi continuare a percorrere.
Arrivato alla fine ti accorgi che non era quella più giusta, più facile, più corta. E davanti non ti ritrovi il castello, ma solo una cassa di cui forse non troverai mai la chiave. Una cassa che potrebbe diventare la tua tomba.
Ma hai camminato, faticando hai superato le pietre, le buche e i cadaveri che trovavi via via nel tragitto.
Non è ancora finita: ora sei ad un bivio. Puoi andare a destra, o a sinistra. Stavolta sai per certo che sceglierai la via più in salita. Girandoti attorno vedi che qualcuno si è già fermato, e sopra una pietra aspetta l'inesorabile morte.
E c'è anche qualcuno che, essendo arrivato prima di te seguendo un percorso in discesa, ti dice che il tuo tesoro, in realtà, è solo un'utopia.
Ti fermi, lo guardi sdegnosamente con rispetto, e gli rispondi che, ora come ora, credi ancora nei sogni; ti volti, e continui per la tua strada.

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