Credi vivi speri. Dormi, ti risvegli, vivi. Tiri avanti. Un altro giorno, un altro sogno, un'altra prospettiva, un cambiamento. Di nuovo. Ritorni dal principio. Riparti. Ti evolvi. O almeno credi. Ci speri, insomma.
Sali. Rampa ripida. Troppo, ma tu hai forza. E se non ce l'hai, la crei. Il piano della terra e quello del cielo ti schiacciano in una morsa, perché non li hai capiti. Ma vai avanti, e ce la fai. Metti da parte i risparmi e poi li investi. Banche ed affetti danno rendite sicure. Investi, ma il mercato crolla. La terra crolla sotto di te, il cielo ti cade addosso. Per quale motivo, non lo sai. Sicuramente non è colpa tua. Potrebbe anche esserlo. Metti tutto in dubbio. In ogni caso non cambia niente.
Vecchia fine, nuovo inizio. Di nuovo, un'altra volta.
Ma è diverso: sei più vecchio. L'energia viene meno, e per quanto tu ci prova, ti rendi conto di essere limitato.
Limitato dal tempo che ti distrugge, dalle molecole che si distruggono, dagli atomi che scappano, dall'anima che sai che non esiste. L'anima che ti fa andare avanti, come un mulo che tira avanti perché qualcuno ha avuto la brillante idea di mettergli una carota davanti. Ma almeno la carota esiste.
Te ne fotti del tempo, della forza che non hai, delle rughe sul tuo viso, dei capelli che diventano bianchi e del cervello che fatica a pensare. Te ne fotti di tutto. Cerchi l'energia da qualche altro piano (che, comunque, non capisci). Non la trovi. La crei. Diventi Dio. Il Dio del tuo mondo che, fino a prova contraria, è l'unico che conosci e l'unico che mai conoscerai.
Dio crea, Dio punisce, Dio distrugge. Ti ricrei, ricrei il tuo mondo, il tuo spazio, il tuo Io. Non puoi fare altrimenti, l'alternativa è distruggerti. Vai avanti, e ci riprovi. Non sai se ne è valsa la pena, pensi di sì, ma sai che è no. Meglio non piangere sul latte versato.
Nuovo giro, nuova corsa.
Non è tempo di piangere, è tempo di agire. Pensare, creare, costruire, evolversi. Ci sarà tempo per morire. Diventerai Universo, ma per ora sei Essere.
Comunque sia, comunque vada, l'imperativo è averci provato. Sai accettare la sconfitta ma non la rinuncia. E allora rinizi.
Nuove fondamenta per un mondo che ti apparterrà. L'utopia diventerà realtà, e tu farai parte di quella realtà. Vivrai nel tuo mondo ideale, che tu stesso avrai creato. Avrai raggiunto i tuoi obiettivi e avrai trovato la tua dimensione. Avrai imparato i segreti. Solo allora potrai morire.
Peccato. Sai che sarà solo una malsana idea il cui unico scopo sarà quello di farti remare.
Ma tu remerai. E se il mare si ingrosserà, remerai più forte.
Perché, in fondo, è l'unica cosa che potrai fare. E quando la barca affonderà, avrai un sorriso sulle labbra.
martedì 1 novembre 2016
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